largo sopra alla pianura
della totalità dell'essere,
non fuga voglio cercare
ma direzione chiedo per
esistere e convivere
con il randagio me.
Su queste lenzuola scaldate
dal mio corpo la notte
è giunta rapida e scura
ma non ha ancora afferrato
il mio pensiero che
non vuole oltrepassare
la porta dell'assenza.
Nella veglia esploro firmamenti
di sentimenti che mi appartengono
velati da nubi o esplodenti come soli.
Solo quando la luce fa sbocciare
il mattino come un fiore,
ho la consapevolezza che
i miei pensieri sono impolverati
di grigia cenere di memoria
e non sanno alzarsi in volo
come stupidi uccellini senza piume.
Autore: Ivana Tata @tutti i diritti riservati
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